domenica 8 novembre 2015

Hotel Transylvania 2 | L'Ultimo cacciatore di streghe | Crimson Peak

Sono tornata qui, dopo mesi di assenza. Purtroppo gli impegni universitari sono tanti e sono difficili da rispettare, quindi devono essere la mia priorità. Comunque eccomi qui, con tre nuove bellissime recensioni. Partiamo dal principio:





Hotel Transylvania 2 (2015, USA, diretto da Genndy Tartakovsky) è il seguito di Hotel Transylvania, film che a me personalmente è piaciuto da morire, mi ha fatto proprio ridere di cuore.
In questo capitolo troviamo gli stessi protagonisti, un po' meno spazio viene dato agli zombie per darne di più alla gelatina verde di cui ora non ricordo il nome, scelta molto azzeccata secondo me che mi sono follemente innamorata. È molto divertente vedere anche questi personaggi ultracentenari alla prese con la tecnologia o con i problemi dovuti all'età e a una vita ormai "rilassata" lontana da magia, terrore e agguati, ma per me è il primo è stato un'altra cosa.
La storia comincia con il matrimonio di Mavis e Johnny, dove possiamo notare che lei, che è vampira, è visibilmente cresciuta mentre lui, che è umano, è praticamente indentico. Mavis rimane pure incinta e qui chi ha storto il naso per la bimba di Bella e Edward di Twilight avrà sicuramente qualcosa da ridire. Il bimbo è tenerissimo, assomiglia tanto al suo papà, ha una passione per Batman ma non ha alcunché che potrebbe far pensare alla sua parentela con la stirpe di Dracula. Nonno Drac è ossessionato dal pensiero che lui possa essere un umano, tanto da mettere in pericolo la vita del nipotino per stimolarlo a mostrare la sua vera natura. Mavis però non ci sta a queste pressioni e così pensa di trasferirsi con tutta la sua famiglia in California (dove vivono i parenti di Johnny), per poter far stare il bambino con i suoi simili e vivere una vita da "umano normale". Interessante notare qui come i genitori di Johnny trattino la nuora, esaltando le sue differenze e rifacendosi ai cliché sui vampiri risultando però oltremodo ridicoli. Mi ha fatto sorridere perché è una cosa che alcune persone tendono a fare quando si ritrovano a dover interagire con persone che vengono da culture diverse dalle nostre. Il trasferimento prenderà una piega inaspettata quando si presenterà al pranzo d'addio il nonno di Mavis Vlad, un vampiro all'antica che odia gli umani. Il finale ha fatto storcere il naso a moltissime persone perché si parla di differenze per tutto il film ma col "lieto fine" tutte queste premesse non ci sono più, io invece più che altro l'ho trovato banale e scontato. Ho anche trovato una scelta infelice mettere Paolo Villaggio al doppiaggio, non solo perché era una voce poco naturale per il personaggio, ma anche perché ho faticato molto a capire cosa stesse dicendo.
Tirando le somme, suppongo che la morale si possa ritrovare nel fatto che non importa quanto uno possa sforzarsi di farci essere qualcuno, noi dobbiamo arrivarci con i nostri tempi e possiamo farlo solamente se quella è la nostra natura. Mavis e Dracula si litigano quel bambino come possono fare due genitori che si stanno separando (Johnny è alla mercé di entrambi, vuole restare all'Hotel ma all stesso tempo ha paura di far incazzare la moglie) e nessuno, in pratica, si è preoccupato di chiedere a Denis che cosa vuole. Credo sia un pensiero importante in questi tempi di affidi esclusivi usati come vendetta.



Il cacciatore di streghe (The Last Witch Hunter, 2015, USA, diretto da Breck Eisner).
Mi sforzerò di non essere troppo cattiva, perché sinceramente a me il film non è piaciuto anche se non mi ha particolarmente annoiato. Non gli ho trovato punti morti, nel complesso scorre senza forzature, la trama mi è sembrata coerente ma non mi ha particolarmente coinvolto, forse perché forze aliene e paranormali che vivono nel mondo degli umani all'insaputa degli stessi sono qualcosa di già visto. In ogni caso, a me Vin Diesel mi è piaciuto.
Medio Evo, Kaulder si ritrova faccia a faccia con la Regina delle Streghe, che ha diffuso la peste uccidendo, fra gli altri, sua moglie e sua figlia. Quando la Regina ha ormai perso la lotta, trasferisce la sua immortalità a Kaulder, costingendolo a vivere così una vita eterna colma del dolore per le perdite subite. Giorni nostri, l'atteggiamento verso le streghe è notevolmente cambiato: apprendiamo infatti che si è formato l'Ordine dell'Ascia e della Croce che si occupa di loro come farebbe un vero e proprio Tribunale, richiudendo i più feroci e pericoli in una sorta di prigione controllata da una sentinella. Kaulder è il più esperto tra i cacciatori e viene seguito dal 36° Dolan, che è semplicemente un supervisore che si occupa di trascrivere le sue mosse. 36° muore proprio il giorno in cui doveva andare in pensione, così il suo successore 37° si ritrova ad indagare insieme a Kaulder sulla sua morte che prevede nient'altro che il ritorno della Regina, venuta a riprendersi la sua immortalità e diffondere una nuova epidemia. Kaulder troverà il prezioso aiuto di Chloe, una strega proprietaria di un bar che verrà distrutto durante il loro primo incontro. Essendo una DreamWalker, ovvero possiede la capacità di entrare dentro la mentre altrui e muoversi al suo interno riesumando anche pensieri più o meno piacevoli, sarà un aiuto molto importante per Kaulder, avrà un ruolo di assoluta importanza nell'aiutare Kaulder a ricordare la sua morte e a scoprire che l'Ordine aveva controllato la sua vita e permesso che vivesse nel dolore.
Come ho già detto, il film scorre perfettamente. Non un punto morto, una parola o uno sguardo di troppo, ma manca la conoscenza dei dolori e dei tormenti del personaggio che solitamente permettono allo spettatore di affezionarsi e non sarebbe guastato nemmeno conoscere le faccende interne all'Ordine: Kaulder è stato tradito dall'Ordine ma rimane amico e socio di 36°, perché da lui non ha preso le distanze? Com'è avvenuta la trasformazione da "caccia spietata" a "autogoverno controllato" di streghe e stregoni? Quali avvenimenti hanno portato ad un cambiamento di tale portata? Come si sono mossi gli stregoni e i cacciatori dal Medioevo ad oggi? Cos'è successo durante e dopo la morte dei genitori di 37°? E al fratello di Chloe?
E queste sono solo le mie domande.



Crimson Peak (2015, USA, Guillermo del Toro). Adoro Guillermo del Toro, riesce a tirare fuori delle cose così squisite che io ancora non riesco a capacitarmene.
Prima di iniziare, una postilla: non è un horror. Io soffro di acluofobia, che detto in termini più plebei sarebbe che ho paura del buio. Ho paura in un modo che certe volte penso possa farmi uscire fuori di testa, mentre altre volte penso che è una cosa poco normale, che dovrei farmi vedere da uno bravo e uscire da questo vortice infernale di sudore freddo e coperte che scoprono solo il naso. Quindi, se avete i miei stessi problemi state tranquilli, le musiche fanno un po' rizzare i peli ma è una cosa che si può guardare senza avere gli incubi la notte. Anche perché, scoprirete poi, non è dei morti, non dei fantasmi che dovete avere paura.
Se c'è una cosa che adoro sono quei film dove c'è un mistero da risolvere, passare tutto il tempo a chiedersi cosa c'è dietro e questo film è perfetto sotto questo punto di vista. Le ambientazioni, i costumi, l'uso dei colori tutto curatissimo. AH E POI TOM HIDDLESTON... ma su questo particolare che a me piace da morire, cercherò di trattenermi.
Ma partiamo dal principio. Penso che si possa dividere il film in due: la prima parte è quella precedente al matrimonio, quella dell'incontro fra Sir Thomas Sharpe e Edith Cushing mentre la seconda è il terribile Allerdale Hall. Prima di queste due, c'è un piccolo e importantissimo epilogo.
Ad aprire il film è un'anticipazione di Edith armata e vestita di una camicia da notte leggera e bianca, intorno a lei solo una neve di di candore accecante. È tutto chiaro, tutto bianco, l'unico colore scuro è il rosso del sangue che scende dalla ferita sul suo viso. Edith parla fuori campo, ci porta alla sua infanzia, quando sua mamma morta di colera è tornata da lei dieci giorni dopo con un importante avvertimento "Guardati da Crimson Peak". I fantasmi di del Toro sono leggermente diversi dall'immaginario comune: sono scuri come i ricordi che li tengono in questo mondo, i loro corpi riportano fedelmente i loro problemi di salute e/o la loro causa di morte, riescono a toccare ma non posso essere toccati, camminano e sentono la solidità delle cose ma sembrano fragili come fumo che vorrebbe andare via ma è incollato qui, per una missione o per un sentimento.
Qui comincia la "prima parte", quattordici anni dopo e sempre America. Ho diviso il film in questo modo perché i colori sono decisamente diversi. Se a Allerdale Hall è tutto sui toni del blu e del nero, a Buffalo è tutto molto luminoso, molto giallo. E soprattutto, la prima parte conclude le scene con una tendina circolare (dai miei appunti: "la scena si chiude in modo circolare con un cerchio nero"), cosa che secondo me dà un gusto un po' "antico" a questa parte.
Sir Thomas Sharpe è un baronetto che cerca in praticamente in tutto il mondo degli investitori per la costruzione di una macchina per l'estrazione dell'argilla, presente in gran quantità nella sua residenza in Inghilterra. Tra i ricchi possibili investitori c'è Carter Cushing, che boccia subito la sua idea trattandolo pure in malo modo. Sir Sharpe, tuttavia, ha messo gli occhi sulla bella figliola di Cushing, Edith, giovane scrittrice in erba. I due cominciano a frequentarsi e ben presto il cuore della giovane Edith è completamente rapito dal bel baronetto (e come biasimarla?!), mentre il padre rimane fortemente contrario alla relazione, preferendo Alan McMichael, caro amico di infanzia della ragazza appena tornato in città dopo aver studiato medicina fuori. Durante le loro freuqnetazioni, il fantasma della madre torna da lei una seconda volta, a ricordarle il monito "Guardati da Crimson Peak". Cushing è così disperato da ingaggiare un investigatore che gli mostra dei documenti che lo porteranno a chiedere a Thomas e sua sorella Lucille di sparire in cambio di una cospicua somma di denaro che loro accettano. Sir Thomas però pare così invaghito da mandare una lettera alla sua amata Edith per spiegargli l'accaduto, lei corre alla stazione da lui (una versione vittoriana della classica corsa in aeroporto, I suppose) e finalmente c'è il fatidico bacio interrotto da una terribile notizia: Carter Cushing è morto, si ritiene un malore anche se noi sappiamo per certo che qualcuno gli ha fracassato il cranio su un lavandino.
Rimasta sola, Edith sposa il suo baronetto e va a vivere a Allerdale Hall, che appare subito come un'inquietante villetta fatiscente, che avrebbe bisogno del repentino intervento di Nicole Curtis. Nella casa i due non riusciranno mai ad avere un momento di intimità, ma un giorno i due si ritrovano a passare una notte fuori casa, consumando il matrimonio, scatenando la gelosia di Lucille e destando molto dubbi in Edith. Inoltre sin dalla prima notte, la ragazza vede in giro per la villa misteriosi fantasmi, che piangono, urlano e strisciano come se avessero perso l'uso delle gambe; durante i risvegli notturni Sir Shepard non è mai accanto ad una povera Edith che, come nel peggiore degli incubi, (sogno o son desto?) si ritrova a dover combattere contro queste oscure figure che la perseguitano, cercando proprio lei. Pian piano, avvistamento dopo avvestimento, Edith scoprirà che i due fratelli hanno una relazione incestuosa, che sfruttano il patrimonio di giovani donne per finanziare la propria invenzione, che una cosa così inglese come il tè può rivelarsi estremamente pericolosa e soprattutto che Lucille avrebbe avuto bisogno di uno davvero bravo. Il povero dottor Alan, nel frattempo, ha investigato e corre a Allerdale Hill per salvarla. Ora, vi state sicuramente chiedendo, ma cos'è questo "Crimson Peak" da cui Edith doveva stare lontano? Crimson Peak è l'altro nome della villa. Letteralmente "picchi cremisi", sta ad indicare il colore che la neve prende una volta entrata in contatto col suolo argilloso dell'Allerdale Hall. Cremisi che ritorna nei fantasmi che infestano la villa, probabilmente perché i loro corpi sono rinchiusi in delle botole sotterranee colme di un liquido di questo colore. Cremisi come il sangue, come la passione.
Crimson Peak è un favoloso capolavoro vittoriano dai toni gotici, che a me a ricordato un po', perdonate la ridondanza, Gothika. Più che macabro è triste, lascia dell'amaro in bocca perché Thomas è schiavo di Lucille, ma Lucille è schiava di un amore accecante (è pure schiava dell'instabilità mentale) che la porterà ad essere l'unica anima a restare a Crimson Peak a fare i conti con i propri sentimenti malati. E mentre lei è nera, Thomas è bianco e svanisce: lei è ancorata a questo mondo e a quella casa per colpa dell'amore, mentre grazie all'amore ha trovato una via di scampo da una vita di sbagli e rimorsi.