martedì 29 dicembre 2015

Snoopy & Friends | Il viaggio di Arlo

Ancora una volta mi trovo a dovermi scusare per essere scostante, ma all'università mi mancano due esami che mi stanno impegnando tantissimo e la tesi è praticamente il mio peggior incubo. I film di cui parlo oggi rischiano di essere un po' passati, ma ci tenevo a dire la mia.
Quindi:


Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts (2015, USA, 88 min., regia di Steve Martino) è il film dell'omonimo fumetto nato negli anni 50 dalla geniale mentre di Charles Monroe Schulz.
Inizialmente, poco prima della morte dell'autore, lo stesso e i suoi figli avevano deciso di comune accordo di non continuare con la serie ma evidentemente qualcosa è cambiato. Infatti nella sceneggiatura troviamo ben due Schulz, Bryan e Craig.
Le principali critiche popolari, che leggo principalmente dai social network, mosse su questo film sono sicuramente di appassionati delle strisce e pressano sempre sullo stesso punto: non c'era bisogno di un film. Ed effettivamente no, non c'era bisogno, Snoopy è già famoso così. Ma famoso fra quali generazioni? Ormai sono passati 15 anni dell'ultima pubblicazione ed io stessa lo conosco per le raccolte di albi noleggiate in biblioteca. Senza contare che i fumetti stanno vivendo dei bei momenti se pensiamo alla candidatura di Zerocalcare al Strega, ma rimangono comunque un tipo di letteratura "di nicchia", basti pensare sempre alla candidatura di Zerocalcare al Strega che molti non ritenevano doverosa perché secondo alcuni un fumetto non è letteratura. Sono consapevole del fatto che Peanuts, più che una storia, è una filosofia. Sono vere e proprie noccioline di verità che delineano personaggi, ma forse costruirci un'intera trama sopra era effettivamente difficile. Ma preferisco vedere qualcosa di diverso piuttosto che lo sfruttamento del povero Snoopy per immagini filofosiche da condividere su facebook. A me comunque è piaciuto, perché bisogna considerare che un libro e un film fanno parte di due linguaggi diversi e questo riesce ad arrivare benissimo al cuore di tutti quei bambini che magari fra un po' di tempo lo avrebbero conosciuto solo come iconografia per magliette e diari scolastici. Non so se il signor Charles sarebbe stato felice del risultato, ma portare Snoopy al cinema era un passo che prima o poi qualcuno avrebbe fatto e magari fra tanti anni il risultato sarebbe stato imbarazzante, magari si sarebbe persa quella semplicità e quell'innocenza che tanto ho amato nella carta e che fortunatamente ho ritrovato nello schermo. 
Ci sono due storie all'interno del film: una è quella di un povero Charlie Brown fedelmente perseguitato dalla sfortuna che cerca in tutti i modi di conquistare il cuore della ragazza con i capelli rossi, l'altra nasce dalla macchina da scrivere del simpaticissimo Snoopy che vede sé stesso come un pilota che deve salvare la sua amata barbocina, anch'essa pilota, dalle grinfie del temibile Barone Rosso. I richiami ai fumetti ci sono tutti (anche guerra e pace) ma in questo caso Charlie Brown ha un lieto fine, cosa che a me sinceramente non è dispiaciuto; vederlo acquistare finalmente un po' di sicurezza è un buon augurio per tutti noi che viviamo costantemente sotto la stella del #mainagioia.
La cosa che ho apprezzato di più è stata l'amicizia fra cane e umano, chi ha la fortuna di averne uno rivede Snoopy in tantissimi atteggiamenti, o almeno per me è stato così. Tenerissima poi Sally Brown, mi ha davvero fatto sciogliere il cuore, forse perché sono sorella minore anche io.




Vediamo a Il viaggio di Arlo (2015, USA, 100 min., regia di Peter Sohn). Inizialmente, se devo essere sincera, non mi diceva niente. Poi sono arrivati i primi trailer e Arlo mi ha proprio rubato il cuore. Poi è arrivato il film e anche Spot mi ha rubato il cuore.
Adoro i film della Pixar principalmente perché non ci sono canzoni esagerate e nemmeno questo fa eccezione. Mi è piaciuto più di Inside Out, sinceramente. Prima di tutto ho apprezzato questa modifica della storia nel quale i dinosauri non si estinguono e le altre creature nascono lo stesso, riuscendo a convivere quasi armoniosamente. E poi gli umani che si comportano come gatti...o cani, dipende. La cosa che mi è piaciuta di più è che i personaggi sono molto umani, nei loro sentimenti.
Il padre di Arlo muore cercando di spronare il figlio ad essere "qualcosa di più", è talmente irritato dalla sua estrema paurosità e incapacità di fare praticamente qualsiasi cosa che mette in pericolo sé stesso e il proprio figlio, come se fosse incapace di accettare un figlio con un carattere così. E Arlo è egoista, in un primo momento vuole Spot per sé in modo così morboso che lo allontana dai suoi simili e da quella che sarebbe potuta essere la sua unica possibilità di avere una famiglia. E prova tanta rabbia per quello che è, per Spot, per la sua famiglia. C'è il risentimento, la voglia di vendicarsi, di volere qualcosa come "proprio" fregandosene altamente di cosa sia realmente il meglio per quello che vogliamo a tutti i costi.
Ah e poi i T-Rex che scusate ma io li ho trovati la cosa più bella del mondo. Mi hanno fatto sbellicare, giuro.
Per la trama, riassumo velocemente (devo tornare a studiare): Arlo è un dinosauro che vive e lavora nei campi della sua famiglia, dove Spot, un bambino umano, si sfama delle loro provviste. Arlo è timido, incapace di lavorare con la natura, ha paura di tutto e di tutti. Un giorno si convince a catturare il terribile ladro del loro cibo, non riuscendo però ad ucciderlo si ritrova a dover fare i conti con un padre infuriato, che lo porta nel bosco. Qui una valanga travolge il padre (in pratica un nuovo trauma per quelli troppo giovani per aver visto la morte di Mufasa) e muore. Per una serie di fatacci collegati sempre al povero Spot, anche Arlo finisce nel fiume, ma si salva. Nonostante i primi attriti, Arlo e Spot fanno amicizia e vivono delle fantastiche avventura mentre cercano di tornare a casa.