martedì 24 maggio 2016

The Dressmaker | The Boy and The Beast

Ciao ragazzi. Dunque, ho finito la tesi YAY! Dopo più di un anno, finalmente la mia creatura ha visto la vita! Ora sto pensando all'ultimo esame e se tutto va bene questa mia piccola grande avventura vedrà finalmente la fine! Non ho avuto il tempo di guardare tantissimi film ma visto che questo significa che le cose procedono, direi che va bene così!


Qualche settimana fa sono andata al cinema con mia mamma per vedere The Dressmaker (2015, Australia, di Jocelyn Moorhouse) e devo dire che entrambe siamo rimaste piacevolmente sorprese. Tilly, interpretata da Kate Winslet, ritorna al suo piccolissimo paese natio per occuparsi di sua madre e scoprire perché, da piccola, è stata costretta ad abbandonare il suo paese e la sua famiglia. Per vivere, Tilly lavora come sarta e il grandissimo talento acquisito negli anni di "esilio" nelle più importanti capitali della moda, farà sì che fin dai primi tempi tutte le donne facciano affidamento a lei per avere degli abiti che sappiano valorizzarle al massimo. Dopo il suo allontanamento, dovuto al presunto omicidio di un suo compagno di scuola, la madre di Tilly ha perduto la ragione e fa molta fatica a fidarsi di quella donna che è piombata improvvisamente in casa sua dicendo di essere sua figlia. Tra un vestito e l'altro, Tilly avrà anche tempo per innamorarsi di Teddy, un suo quasi coetaneo (si vede che tra i due c'è molta differenza d'età, lo so) che farà molta fatica a conquistarla, con un fratello disabile che è la chiave di tutto. I personaggi del villaggio sono personaggi con una personalità ben delineata che però hanno in comune la mentalità spiccia spesso tipica dei paesi: sono bigotti, cattivi, sono "piccoli", pungenti e velenosi, calcolatori. Quelli che escono da questo modello di comportamento, come ad esempio la mamma di Tilly che è il personaggio migliore di tutto il film, vengono emarginati, presi in giro e ignorati. Teddy lo dice anche, che il motivo per cui lui e la sua famiglia sono ancora lì è perché lui è bravo a giocare a baseball e fa vincere la squadra, così come racconta a Tilly il fatto che hanno cercato di allontanare il fratellino di nascosto. Questo fa capire bene che razza di persona abitano quel paese e sinceramente Tilly è così sfortunata che circondarsi di personaggi così è l'ultima cosa di cui aveva bisogno. La cosa che più mi ha entusiasmata di questo film è che non segue la logica del "il perdono è la miglior vendetta"; Tilly si vendica, con tutti, senza un briciolo di compassione, lasciando dietro di sé, ai suoi nemici quello che si meritano: ceneri.



The Boy and The Beast (Bakemono no ko2015, Giappone, di Mamoru Hosada) è un film d'animazione giapponese, vincitore si numerosissimi premi. In Italia è stato distribuito come sempre dalla Lucky Red e come sempre solo per due giorni, il 10 e 11 maggio. NON è un film dello Studio Ghibli, ma dello Studio Chizu, nel caso per qualcuno fosse importante. Per me non lo è, perché film d'animazione del Sol Levante così coinvolgenti non ne vedevo da un pezzo. Dai tempi di Arrietty, più o meno. La trama è abbastanza complicata, ma in pillole parla di questo ragazzo, rimasto "orfano" (la madre è morta, il padre è assente anche se non per suo volere, come scopriamo in seguito) che finisce nel mondo delle bestie dove Kamatetsu, doppiato da uno splendido Pino Insegno, ha bisogno di un allievo per poter aspirare a diventare un nuovo dio. Poi c'è l'amicizia, il conflitto interiore, l'amore, l'adolescenza e tutto ha i suoi tempi. Il film dura quasi due che sembrano molte di meno per come scorre veloce. Davvero consigliato. Ora scusatemi ma torno a piangere Hodor.