American Sniper (2014, USA, diretto da Clint Eastwood) è la storia di Chris Kyle, conosciuto per essere il più grande cecchino americano. Ha ucciso, durante le sue missioni, 160 persone confermate dal Pentagono. Penso che questa sarà la recensione più corta che farò perché, che ci crediate o no, la maggior parte del film è fatta di sparatorie, sangue e affini. Forse l'unico aspetto interessante del film è il parallelo fra Kyle e la sua nemesi, un terrorista iracheno. Kyle è un tipico trentenne americano (profondamente credente in Dio e nel suo Paese, amante della caccia e della famiglia) del Texas, che ad un certo punto della sua vita decide di mollare le gare del rodeo e dare un senso alla sua vita arruolandosi nel corpo dei Navy SEAL.
Durante l'addestramento Kyle conosce Tyla, una ragazza che si presenta a lui dicendole che non si sarebbe mai sposata con un marine per via dei rischi del loro mestiere; inoltre, mentre i due si frequentano, Kyle dimostra di avere grandi doti come cecchino. Avviene l'11 Settembre e il giorno del suo matrimonio, Chris viene chiamato in missione in Iraq. Kyle parte e la sua prima vittima è un bambino, la seconda è la sua giovane madre. Mentre Tyla lo aspetta incinta in America, lui si guadagna il sopranome di "Leggenda" per la precisione e il numero di vittime che miete durante il servizio. Torna a casa la prima volta in tempo per la nascita del suo primo figlio (il fatto che questo sia palesemente un bambolotto ha fatto infuriare diverse persone), ma si vede che in lui c'è qualcosa che non va: guarda continuamente tg che si occupano della missione irachena e per ogni minimo rumore si mette in allerta. La moglie lo rimprovera, per la prima volta, di essere presente con la famiglia solo fisicamente, non con la testa né con il cuore. Kyle ha infatti sviluppato una sorta di ossessione per due personaggi in particolare: un ex tiratore olimpico convertito al terrorismo e il braccio destro del numero uno di Al-Queda.


Ora, premesso che io a questa storia della "missione di pace" non potrei crederci meno di così, che se secondo me è troppo facile andare a fare gli eroi e soprattutto i padroni in casa d'altri tanto se ci scappa la morte di un innocente "non si poteva fare altrimenti" e che a me il patriottismo americano mi manda in bestia: per quanto possa dispiacermi per un ragazzo morto giovane che lascia una famiglia che ben poco s'è goduto, questo è uno dei quattro film biografici candidati come miglior film agli Oscar. È l'unico che parla di un individuo che, se proprio vogliamo dire che ha dato qualcosa, l'ha data solo al suo paese, sacrificando per esso persino i suoi affetti. L'unico spunto di riflessione che mi ha lasciato è la conferma che la guerra fa schifo su tutti i punti, visto che il disturbo post-traumatico lo hanno anche coloro che decidono di servire il proprio paese. Però dubito fortemente che Eastwood volesse lanciare questo messaggio; è piuttosto l'elogio ad una Leggenda che porta tale nome perché ha ucciso delle persone ed io penso che non possa reggere il confronto con l'importanza che hanno ad oggi nel panorama mondiale Stephen Hawking (la teoria del tutto), Alan Turing (The imitation game), i partecipanti alla marcia di Selma (Selma). Detto questo, ribadisco che se vi piacciono i film che somigliano a delle partite di COD, questo è il film che fa per voi. Unico punto a favore, Bradley Cooper che è bellissimo.
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