mercoledì 24 febbraio 2016

#Oscar 2016: Shaun the Sheep | O menino e o mundo | Joy | The Hateful Eight | Star Wars: il risveglio della forza

Eccoci qui alla seconda puntata. Oggi mi dedico a qualcosa di più leggero, sto scrivendo il giorno del mio compleanno e insomma, ho da fare!


Cominciamo con Shaun, vita da pecora - Il film (Shaun the Sheep Movie, 2015 Regno Unito, di Richard Starzak & Mark Burton) è un film tratto dall'omonima serie ideata da Nick Park che in Italia va in onda, se non vado errando, su Boing. Chi l'ha vista avrà riconosciuto lo stile di Wallace e Gormit, infatti l'ideatore è lo stesso.
È candidato in una categoria:
Non so quanti di voi seguano la serie, a me è capitato perché con mio stupore piace un sacco anche agli adulti quindi è capitato di soffermarci durante lo zapping. La serie racconta le avventure di questo gregge di pecore, il cui leader è appunto Shaun, all'interno della loro fattoria. Il loro divertimento è farne passare di tutti i colori al loro padrone, che non ha la più pallida idea dell'intelligenza dei suoi animali, maiali compresi, che si divertono a far scherzi alle pecore. Nel film la storia subisce un'evoluzione, nel senso che dopo una marachella il loro povero padrone perde la memoria. Trova successo in città grazie ai suoi tagli di capelli innovativi, che vengono creati con lo stesso movimento che da pastore usava per tosare le sue pecorelle. Diciamo che è un ricordo latente della sua "vecchia vita". Shaun e la sua energica banda dovranno far di tutto per far tornare la memoria al loro amato padrone e riportarlo a casa sua e questo implica andarlo a cercare in città e cercare di passare il più inosservati possibile. È un film senza dialoghi, ma vi posso assicurare che fa ridere lo stesso. La maledizione del coniglio mannaro ha vinto l'Oscar nel lontano 2006, ma la lotta contro Inside Out credo che sia persa in partenza per tutti i candidati, non perché sia il più meritevole, ma perché film come questi hanno un eco mediatico di gran lunga inferiore a quello dei film Disney Pixar.



Veniamo a O menino e o mundo o, in Italiano "Il bambino che scoprì il mondo" (2014, Brasile, di Alê Abreu). Premesso che mi manca ancora Anomalisa, questo è quello che preferisco. Diciamo che ogni edizione degli Oscar ha avuto il suo animato con una tecnica "speciale" (come viene definito La storia della principessa splendente), quest'anno è questo. È fatto con pastelli, linee molto semplici e qualche collage, però il messaggio arriva lo stesso, forte e chiaro. È candidato anche questo come
È uscito in America lo scorso anno, non so se arriverà mai qui ma si può trovare tranquillamente su internet e non essendoci praticamente dialoghi si può guardare tranquillamente. A me personalmente ha commosso un sacco, non so quante persone potranno coglierne la sensibilità ma mi ci sono rivista tantissimo. Il bambino di cui si parla vive in campagna, quindi in mezzo alla natura, agli animali, all'aria pura e ai colori, bellissimi, accesi, della sua terra. Un giorno suo padre è costretto a lasciare la campagna per spostarsi in città e lì mi si è lacerato il cuore, perché anche io sono stata quel bambino. Quando ero in terza superiore mio padre è partito in Francia per lavorare e anche se col tempo ci si abitua alla situazione, all'inizio è stata dura. È difficile rassegnarsi al fatto che una persona che nella vita non voleva, è stato costretto a lasciare casa sua, è difficile abituarsi all'assenza di una persona che prima era sempre in casa. È difficile, in generale, perdere le abitudini, un pezzo di routine, abituarsi alle mancanze e ricominciare con qualcosa di nuovo. Anche io ho viaggiato verso mio padre, come il bambino del film, anche io ho scoperto cose belle e cose brutte del film. Se anche io finirò come lui nell'enigmatico finale non lo so, ma mi ci sono potuta immedesimare così tanto che ne ho quasi pianto. Personalmente ha vinto, giocando sull'antitesi del bello/brutto della città, con la vita che ci passa davanti e noi restiamo bambini dentro, con il fatto che la vita è proprio una stronza e non possiamo farci niente. Dedicatevi un'ora e mezza e innamoratevi.


Joy (2015, USA, di David O. Russell) è un film con il consolidato quartetto Russell, Lawerence, De Niro, Cooper. È candidato in una categoria

  • Miglior attrice protagonista a Jennifer Lawrence, assieme a: Cate Blanchett (Carol), Brie Larson (Room), Charlotte Rampling (45 years), Saoirse Ronan (Brooklyn)
La pellicola si ispira alla storia di Joy Mangano, inventrice del Miracle Mop. Lì per lì si potrebbe pensare che è una sciocchezza, invece dietro a questo moccio c'è una storia straordinaria che sicuramente meritava di essere raccontata e meritava un'attrice straordinaria come la Lawrence, che la candidatura se l'è meritata tutta. Poco prima dell'uscita ho letto un articolo che non ricordo male è questo, circa le cosa vere e finte di questa biografia. Con mia sorpresa, molte delle cose più brutte sono vere. Questo rende la vera Joy una delle mie eroine, perché con tutto quello che ha passato non si è mai abbattuta e questo per me si chiama coraggio. Joy è una donna che ha un lavoro che non le piace, un sacco di debiti e una vita insoddisfacente. È di una bontà tanto grande che tutti si affidano a lei: sua madre che vive nel suo letto e ha fatto di una soap lo scopo della sua vita, il suo ex marito che vive in casa sua e sogna ancora di sfondare nel mondo della musica, suo padre che torna da lei quando le sue relazioni finiscono e sua sorella, che per tutto il film mostra una gelosia morbosa nei suoi confronti. Ha due figli di cui si occupare da sola, così come si deve occupare da sola della casa mentre cerca di dare una mano all'azienda del padre ormai in fallimento. Gli unici sostegni sono la sua migliore amica e sua nonna, che ancora la incoraggia a provare ad inseguire il sogno della sua vita: essere un'inventrice. Un giorno, dopo essersi ferita ad una mano, Joy ha l'illuminazione sul Miracle Mop. Convince il padre a chiedere un finanziamento alla sua nuova fiamma, una vedova ricca che è una serpe. Il suo ex marito le procura un contatto con Neil Walker che si occupa del celebre canale di vendite QVC e Joy riesce a convincerlo a metterlo in vendita. I problemi, però, sono una costante in questo film e provengono sempre dalla famiglia di Joy. Non so quanti di voi abbiano visto Lorax - il guardiano della foresta ma le dinamiche sono più o meno le stesse: quando il Miracle Mop è un successo allora tutti le vogliono bene, tutti vogliono partecipare e rendersi utili, quando poi creano dei pasticci allora Joy viene abbandonata da tutti, rimane da sola a dover risolvere dei problemi che lei non ha creato. L'unica colpa di Joy, è quella di essersi affidata a persone a cui voleva bene ma che non erano competenti. E questo continuerà ad essere così anche quando Joy diventa la donna in carriera che è oggi. Joy Mangano è un personaggio da un cui bisogna lasciarsi ispirare: si è rimboccata tante di quelle volte che alla fine si perde il contro, è pianto ma non si è mai arresta e adesso è una donna in carriera che nella vita fa quello che voleva fare sin da bambina. Ha saputo seguire il suo sogno credendoci fino all'ultimo ed è stata buona con tutti, forse troppo. Ma ala fine ne è valsa la pena.


The Hateful Eight (2015, USA, di Quentin Tarantino) si becca tre nomination tra cui una molto importante per l'Italia. Secondo me sono un po' pochine, comunque:

  • Miglior fotografia a  Robert Richardson, assieme a John Seale (Mad Max: Fury Road) Ed Lechman (Carol), Emmanuel Lubezki  (Revenant), Roger Deakins  (Sicario)
  • Miglior attrice non protagonista a Jennifer Jason Leigh, assieme a: Rooney Mara (Carol), Rachel McAdams (Il caso Spotlight), Alicia Vikander (The Danish Girl), Kate Winslet (Steve Jobs)
  • Migliore colonna sonora a Ennio Morricone, assieme a: Thomas Newman (Il ponte delle spie), Carter Burwell (Carol), Jóhann Jóhannsson (Sicario), John Williams (Star Wars: Il risveglio della forza)
La particolarità di questo film è che è stata girata in 70 mm, che per dirla con le parole di Tarantino:
«Era così che si faceva ed era questo che rendeva i film così speciali. Non erano film qualsiasi proiettati nel cinema vicino casa. Alcuni erano musical, altri film epici e queste grandi presentazioni si organizzavano prima dell’uscita normale del film. Poteva esserci anche una versione della colonna sonora a Broadway. Se giri un film e lo fai uscire in 70mm, è così che ci si muove. Attraverso il proiettore, 24 tremolanti fotogrammi al secondo creano l’illusione del movimento».
In pratica il film è stato concepito così, con delle inquadrature apposite per il 70mm e così sarebbe stato giusto vederlo... però mi pare di aver capito che almeno qui esistono poche sale attrezzate al formato. Comunque si apprezza lo stesso, anche perché Tarantino ha un marchio di fabbrica che piace e molti sanno che guardando un suo film vanno a colpo sicuro.
Ad un certo punto ho guardato mia madre e le ho detto "Certo che per essere un film di Tarantino c'è poco sangue" e poi invece arriva il caffè avvelenato e da lì, come al solito, il bagno di sangue. Splendido sin dalla lunga premessa che ci dà la possibilità di analizzare i personaggi, conoscerli e farci qualche idea sui personaggi, fino al fatto che alla fine tutto t'aspetti fuorché che Channing Tatum sia nascosto tutto quel tempo sotto l'emporio e che Samuel L. Jackson fosse a conoscenza dell'inganno grazia all'odio razzista di Minnie verso i messicani. Il tutto ordinato in sei capitoli, condito da una candida, candida neve ed accompagnato dalle meravigliose del nostro Morricone.




Star Wars: il risveglio della forza (2015, USA, di J. J. Abrams) l'ho visto appena uscito perché ho visto tutti gli altri, ma ho deciso di non dire nulla a proposito perché il fandom della saga è grande, se ne intende e se qualcuno capita di qui e legge qualcosa di poco gradito mi spenna ed io non voglio nulla di tutto ciò. Non ho alcuna pretesa di essere una che se ne intende, mi piace il cinema e mi piace scrivere quindi mi attengo alla mia decisione iniziale e mi limito a condividere le candidature. Solo una cosa: BB-8 è la cosa più tenera di questo mondo. Questo capitolo della celeberrima saga ha 5 candidature:

  • Miglior montaggio a Maryann Brandon & Mary Jo Markey , assieme a: Margaret Sixel (Mad Max: Fury Road). Hank Corwin  (La grande scommessa), Stephen Mirrione (Revenant), Tom McArdle (Il caso Spotlight)
  • Migliore colonna sonora a John Williams, assieme a: Ennio Morricone (Tha Hateful Eight), assieme a: Thomas Newman (Il ponte delle spie), Carter Burwell (Carol), Jóhann Jóhannsson (Sicario)
  • Miglior montaggio sonoro a Matthew Wood & David Acord , assieme a: Mark Mangini & David White (Mad Max: Fury Road), Alan Robert Murray (Sicario), , Oliver Tarney (The Martian), Martin Hernandez & Lon Bender (Revenant)
  • Miglior montaggio sonoro a Matthew Wood & David Acord, assieme a: Oliver Tarney (The Martian), Mark Mangini & David White (Mad Max: Fury Road), Alan Robert Murray (Sicario), Martin Hernandez & Lon Bender (Revenant)
  • Migliori effetti speciali a Chris Corbould, Roger Guyett, Paul Kavanagh & Neal Scanlan, assieme a: Richard McBride, Matt Shumway, Jason Smith & Cameron Waldbauer (Revenant), Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams & Tom Wood (Mad Max: Fury Road), Mark Williams Ardington, Sara Bennett, Paul Norris & Andrew Whitehurst (Ex Machina), Anders Langlands, Chris Lawrence, Richard Stammers & Steven Warner (The Martian)


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