mercoledì 27 agosto 2014

Apartheid films, i cinque migliori secondo me

Lo so, lo so, lo so. Non pubblico tipo da due settimane e di questo passo non andrò tanto lontano. E la cosa più bella di tutte è che NON ho ancora avuto la possibilità di vedere un bel filmone nuovo, però in compenso, mentre lavoravo (ecco qui il motivo per cui non ho aggiornato la mia creatura) e guardavo un film sull'apartheid, mi è venuto in mente l'ennesima lista di film imperdibili.
È un argomento che mi sta molto a cuore e credo che sia un argomento ancora molto attuale, soprattutto dopo la recente morte di Michael Brown e Kajieme Powel.
Premesso che purtroppo non ho ancor visto 12 anni schiavo, ecco i 5 film migliori sull'apartheid in ordine cronologico:

Il buio oltre la siepe (To kill a Mockingbird) è un film del 1962, in bianco e nero. L'apartheid qui è una storia di "contorno": a fare da protagonista infatti, è l'innocente curiosità di Jem e Scout nei confronti del loro vicino malato di mente Boo. Il razzismo qui è raccontato tramite l'avvocato Taylor, padre dei ragazzi, che decide nonostante le innegabili difficoltà del caso di difendere Tom Robinson, un tuttofare nero accusato da signor Bob Ewell di aver violentato sua figlia. Taylor riesce a provare l'innocenza di Robinson ma i giudici, sopraffatti dall'odio razziale, decidono di condannarlo lo stesso. Il povero tuttofare, disperato, si suicida ed è particolarmente straziante la scena in cui i parenti dell'uomo vengono a conoscenza della sua morte. L'avvocato, almeno, riuscirà a smascherare Ewell e ad accusarlo pubblicamente di essere stato lui, in realtà a violentare la figlia. Non spoilero il finale perché so che molti ancora non l'hanno visto.

La vita segreta delle api (The segret life of bees) è un bellissimo film del 2008. Durante un violento litigio tra i genitori la piccola Lily, rinchiusa nel suo armadio, uccide sua madre. Durante l'adolescenza Lily decide di scappare insieme alla sua tata-governante, per sfuggire dal padre violento e scoprire se le dure parole che l'uomo usava riferendosi ala sua madre defunta corrispondessero al vero. Dopo lungo vagare, finisce in una piccola casa di campagna rosa caraibico, dove delle donne di colore producono un pregiatissimo miele chiamato la Madonna Nera e, tempo addietro, ospitarono la madre della ragazza sia nell'adolescenza che quando decise di fuggire dal marito che la maltrattava. Lily proverà l'apartheid in prima persona quando il ragazzo che lavora nella piccola ditta viene arrestato senza motivi per precisi e una delle tre sorelle, mentalmente instabile, non regge al dolore per l'accaduto e si suicida , consapevole dal fatto che i neri che vengono arrestati, o meglio rapiti, difficilmente potranno far ritorno a casa propria.


Non poteva mancare all'appello The Help, di cui ho anche letto il romanzo. Un film che mi ha fatto piangere sinceramente. Credo sia un film abbastanza conosciuto, ma io ve lo racconto lo stesso: Skeeter è un'ispirante scrittrice e giornalista, figlia di una famiglia facoltosa e, come tutte le ragazze del quartiere, cresciute dalle proprie tate afroamericane. Al suo rientro dall'università scopre che Costantine, la sua tata, non lavora più per la sua famiglia ma i tristissimi motivi, li scoprirà solo alla fine del film. Skeeter non si presenta come le altre sue coetanee, la cui aspirazione di vita è sfornare figli e vivere agiatamente, infatti mette al primo posto la propria carriera. Inoltre non solo si mostra ben disposta verso le governanti, ma si ritrova anche molto infastidita dai comportamenti razzisti delle sue amiche (come un bagno separato per chi è di colore) dalle quali piano piano di allontanerà. Solo la bella Celia Foote (anch'essa esclusa dal gruppo) e suo marito dimostrano, nell'intero quartiere, di avere una mentalità aperta nei confronti delle governanti.
Skeeter decide di scrivere un libro sulla vita delle governanti. Inizialmente sono solo due le governanti disposte ad accettare questo rischio: Aibileen, che cerca giustizia per suo figlio e il personaggio più spinoso del film Minny, che a seguito del licenziamento è mossa da un odio verso i bianchi che si placherà solo quando Celia si mostrerà rispettosa con lei. Quando Medgar Evers verrà assassinato tutte le donne si uniranno al progetto e tutte, in un certo senso, riusciranno a vendicarsi dei soprusi ricevuti raccontando particolari delle vite delle famiglie per cui hanno lavorato.

Django Unchained racconta credo il periodo peggiore dell'apartheid americano, quando gli uomini erano schiavi di grandi proprietari terrieri. Django lavora, insieme a sua moglie, nelle piantagioni. Un giorno viene separato dall'amata per essere venduto altrove. Durante l'attraversata viene intercettato da un cacciatore di taglie tedesco, il dottor King Schulz che ha bisogno di lui per ritrovare due malviventi. I due stringono un patto secondo il quale, in seguito all'arresto dei due malviventi, Django sarebbe diventato un uomo libero. I due si affezionano e cominciano a lavorare insieme e al momento di lasciarsi Schulz decide di aiutare Django a completare quello che era sempre stato il suo obbiettivo: ritrovare e liberare sua moglie Broomhilda. Inutile dire che, essendo di Tarantino il film è tanto, tanto, tanto violento e che il sangue scorre a fiotti, dalla prima alla seconda scena. Comunque funziona, rende bene l'idea: una mia carissima collega ha insistito tanto affinché lo vedessi e ora posso dire che ha fatto bene: in fin dei conti tutta quella crudeltà corrisponde al vero, ma almeno ci concede un sanguinosissimo lieto fine.

L'ultimo è The Butler. Ovvero un film che racconta i disagi fra un padre maggiordomo, fiero devoto ai bianchi e convinto di meritarsi un trattamento differente e suo figlio Louis, un giovane universitario attivista che non china la testa e lotta la uguali diritti.
Cecil Gaines è un maggiordomo alla casa bianca che ha passato la sua infanzia in una piantagione. Lì ha visto sua madre venir stuprata dal padrone che ha subito dopo sparato a suo padre che ha osato ribellarsi e di nuovo sua madre chiudersi in un mutismo post-traumatico. A seguito dei tragici eventi, la madre del padrone lo prese sotto la sua ala dove imparò a prendersi cura di bianchi e ad amare farlo. Cresciuto, abbandonò la piantagione e fece carriera, tanto da riuscire a diventare il maggiordomo per ben sette presidenti americani (da Eisenhowher a Regan ) e si fece una famiglia. Inizialmente a Cecil non sembra importare delle disuguaglianze tra i maggiordomi neri e quelli bianchi che lavorano alla Casa Bianca e rompe i rapporti col figlio che entra ed esce di galera a seguito alla manifestazioni di cui è promotore, ma quando il figlio più piccolo si arruola in Vietnam per servire il paese e muore, il suo atteggiamento cambia: inizia a chiedere come mai, ad esempio, i maggiordomi neri siano pagati la metà di quelli bianchi e in cambio riceve solo minacce di licenziamento, nonostante Cecil sia amatissimo alla Casa Bianca. Ma è quando Luther King muore e il figlio riesce ad entrare in politica, giudicato come un "eroe" che Cecil non chiede ma pretende, forte anche dell'atteggiamento sempre più tollerante dei presidenti che man mano si susseguono.

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