giovedì 7 agosto 2014

Qualche riflessione sullo studio Ghibli

Domenica è arrivata una notizia sconvolgente per tutti gli amanti dell'animazione e del Giappone: lo studio Ghibli avrebbe chiuso i battenti...
...poi si è rivelato tutto un errore di traduzione: in realtà ci sarà solo una ristrutturazione generale degli studi. E quindi niente. Ci siamo spaventati per niente.
Cioè, parliamoci chiaro: mi ricordo ancora quando ho letto la notizia che Miyazaki si sarebbe ritirato. Mi ricordo l'attimo esatto, è stato un po' come quel momento in cui i tuoi genitori ti dicono che Babbo Natale non esiste.

Però il punto non è questo. Su internet ho letto commenti del tipo «ma se Miyazaki non c'è più, allora è meglio che chiuda». Io non la penso così, sinceramente. Gli studi Disney non sono morti insieme al signor Walt, sfornano ancora capolavori su capolavori (tra un po' esce Big Hero 6 ed io mi sono innamorata già dal trailer). Inoltre Miyazaki ha assicurato che rimarrà agli studi per tenere sotto controllo l'andamento generale dei Ghibli, quindi chi dubita può pure tirare un sospiro di sollievo. Io non ho paura di questo e i "motivi" sono principalmente due... anzi tre:

Il primo si chiama Isao Takahata, co-fondatore degli studios. Lui è ancora nel pieno dei giochi ed è quel personaggio che deve ricordarvi che "Ghibli" non è sinonimo di "Miyazaki". Isao ha prodotto una delle mie opere preferite dello studio Ghibli: Pom Poko, noleggiato nella biblioteca del mio paese. Si trovava nella sezione dei bambini, non l'aveva mai noleggiato nessuno (triste destino che condividono molte pellicole nipponiche). Pom poko è la traduzione onomatopeica del verso dei Tanuki, dei canidi simili al procione che si trovano in Asia. Sono moooooolto, molto carini. Comunque, in sostanza, il film racconta della lotta dei tanuki per riprendersi la loro collina, ormai sotto il controllo degli umani (un po' come Princess Mononoke, che uscirà 3 anni più tardi). Per cercare di salvare il proprio territorio si rifaranno a quella capacità attribuitagli dalle leggende giapponesi: si trasformeranno, in umani. Ah, e useranno i loro... ehm, testicoli, per aiutarsi in certe situazioni. Un'altra opera a me molto cara dello studio è Una tomba per le lucciole. Non vi voglio spoilerare niente, vi consiglio solo di munirvi di fazzoletti, soprattutto se avete la lacrima facile come me. Alla regia c'è sempre Takahata: il primo motivo per cui continuerò ad avere fiducia nello studio.


Il secondo motivo di chiama Gorō Miyazaki, ed è il figlio di Hayao. Lo so che è stato molto criticato, ma a me I racconti di Terramare sono piaciuti e comunque, dobbiamo considerare che era la opera del debutto. E diciamocelo, già con La collina dei papaveri si vede un netto miglioramento. Diciamo che sembra aver ereditato dal suo papà e, questo, è il secondo motivo.

L'ultimo motivo è Hiromasa Yonebayashi , il regista del mio film preferito in assoluto dello studio Ghibli: Arrietty - il mondo segreto sotto il pavimento. Racconta una storia in stile pollicino, ma in perfetto stile Ghibli. L'ho visto 3 volte in pochissimo tempo, ne sono rimasta entusiasta. Il 19 Luglio è uscito Omoide no Marnie. È un film importante, che ha incassato molto ed ha rappresentato uno spiraglio di luce nel periodo buio tra il ritiro di Hayao e il flop de La principessa splendente. Non l'ho ancora visto, ma io del gusto dei giapponesi tendo a fidarmi. 


E questi sono 3 motivi, attuali. Ma arriveranno altri registi, nuovi, portatori di  novità. Che spero sapranno conservare la tradizione e al tempo stesso dare nuove linee allo studio. Non è ancora tempo di crisi per lo studio Ghibli... probabilmente non lo sarà mai.

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