domenica 28 febbraio 2016

#Oscar2016: Carol | 45 anni | Creed | Anomalisa | L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Pubblico il quarto post dedicato agli Oscar 2016, che si terranno questa sera. Con dispiacere ho deciso di non guardare Room perché credo che possa essere troppo più cruento di quanto riesco a sopportare. So che non è molto corretto ma davvero, se fosse troppo dovrei interrompere a metà a sarebbe un fastidio enorme.


Carol (2015, UK/USA, di Todd Haynes) è un film tratto dal romanzo The price of salt di Patricia Highsmith. Ha ricevuto 6 candidature:
Anche qui, come in Brooklyn, ci troviamo negli anni 50. Come ho già detto nel post precedente, questo è un film che si occupa dei diritti LGBT. Racconta il timido inizio di una storia d'amore fra la giovane Therese e Carol, che sta divorziando. Le due si conoscono nel negozio di giocattoli dove lavora Therese e c'è da dire che Cate Blanchett, che interpreta Carol, riesce ad essere come sempre molto intrigante. Si vede che è una donna sicura di sé, che sa quello che vuole e non perde tempo ad ottenerlo, infatti invita subito Therese ad una serie di uscite dove però non ci sono allusioni di alcun genere, è sicuramente un flirt, una frequentazione, ma è molto cauta ed elegante. L'unica cosa che riesce a minare la sicurezza di Carol è il marito, che è ancora innamorato di lei e usa la sua bambina per cercare di recuperare il matrimonio. Si mostra molto turbato dalla nuova amica di Carol, perché sua moglie in passato ha avuto una relazione con Abby, la sua migliore amica. All'ennesimo rifiuto della moglie a ricominciare da zero, porta in tribunale la donna per avere l'affidamento esclusivo, usando come clausola a suo favore della mancanza di moralità, che fa riferimento alla sua omosessualità. Questa citazione la porterà lontano dalla figlia per diversi mesi che Carol usa per fare un viaggio assieme a Therese, durante il quale le due hanno un rapporto, che verrà registrato da un uomo che lavoro per il marito. Quest'avvenimento le separerà per lungo tempo e Carol dovrà decidere se seguire la sua natura o nascondersi per sempre. Personalmente non ritengo che questa sia l'interpretazione migliore di Cate Blanchett e sinceramente ho fatto anche un po' di fatica ad iniziare a concentrarmi sul film, sono molto lenti i dialoghi e si evolve molto lentamente la trama.


45 anni (45 years, 2015, UK, di Andrew Haigh) ha una sola candidatura:
  • Miglior attrice protagonista a Charlotte Rampling, assieme a: Cate Blanchett (Carol), Saoirse Ronan (Brooklyn), Jennifer Lawrence (Joy), Brie Larson (Room)
Per descrivere questo film, scomodo Paulo Coelho:
Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori. Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme. E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.
Ho pensato a questa frase, che credo sia una delle più vere del mondo, per tutto il film. E Kate mi ha fato una gran pena, perché lei è il secondo grande amore. Ha passato 45 anni di vita con un uomo che chiama una donna morta cinquant'anni prima "la mia Katya". Un uomo che ha basato la sua vita, le sue letture, la sua musica su una relazione precedente. Anzi, ha basato la vita di entrambi su questa persona e nonostante tutto vuole almeno provare a perdonarlo, anche se sa che sarà sempre una seconda scelta dovuta ad una tragedia e ad una morte. Charlotte Rampling merita l'Oscar solo per la sua espressione finale. Il film dura 85 minuti, se li avete liberi, concedetevelo.


Creed - Nato per combattere (Creed, 2015, USA, di Ryan Coogler) ha anch'esso una sola candidatura:
Trovo super bello Stallone nei primi film di Rocky. Tutti mi danno della pazza ma è così, lo trovo seriamente affascinante. Solo che questo è uno spin-off, Rocky è vecchio e non mi garba più. Credo che il loro sia un tentativo di far rinascere la saga e a sinceramente pare un attimino azzardato, anche perché la storia si ripete e alle lunghe scoccia. La trama in parole spicce è che Adonis Creed è il figlio di Apollo nato da una relazione extraconiugale e per questo ha passato parte della sua infanzia negli istituti. Un giorno poi la moglie di Apollo lo prende con sé, lo istruisce e lui ha un bel lavoro. Solo che Adonis ha i combattimenti nel sangue e molla tutto per trasferirsi in Philadelphia dove convince il povero Rocky Balboa, ormai vedovo, a ritornare nel giro. Mentre Adonis fa in conti con le alte aspettative che si porta dietro con il suo cognome, Rocky fa i conti con la vecchiaia e con una nuova, terribile battaglia. Non c'è nulla di nuovo rispetto agli altri (c'è Bianca però, non Adriana), ma gli attori sono davvero bravi e la colonna sonora che ad un certo punto si fa molto nostalgica e agli appassionati della saga sarà scoppiato il cuore.



Anomalisa (2015, USA, di Charlie Kaufman), candidato in una categoria;

Il film è girato in stop motion e fin qui la cosa mi garba parecchio, è una delle mie tecniche preferite. Poi è fatto così dannatamente bene che quelle persone potrebbero essere vere. Il problema è la trama. È complessa, molto. Ho dovuto cercare su internet per cercare di dare un senso al tutto. Perché ero sicurissima che le cose avessero un senso, solo che non capivo. Perché hanno tutti la stessa voce? Perché hanno tutti la stessa faccia? Ho trovato questo articolo e mi ha aiutato a dare il senso alla cosa, che poi per chi conosce la sindrome di Fregoli la cosa ha senso dai primi istanti del film, visto che l'albergo si chiama così... per chi non la conosce non ne ha assolutamente. Ora, io avevo sentito parlare di capolavoro, ma penso che possa essere considerato tale da pochissimi eletti, perché non so quanti conoscano una rara malattia psichiatrica e non so nemmeno quanto le persone siano disposte ad andare a cercarsi su internet la cosa. Probabilmente se il film fosse presentato diversamente da "oratore motivazionale è giù di morale e trova un barlume in Lisa", cambierebbe tutto. Se il film fosse presentato come un racconto di una malattia rara che è oltretutto psichiatrica, la cosa sarebbe molto diversa. Dalla descrizione in molteplici film pensavo di trovarmi davanti ad una cosa molto simile alla grande bellezza, invece no. Esattamente come un depresso non è "triste", Stone non è annoiato o deluso, ma malato. Visto così è un'altra cosa, perché la sua vista nell'incontrare Lisa non cambia, Lisa diventa l'ennesima vittima del suo delirio e lui continua a vivere nella sua ossessione. Avvertimento: amici genitori, è un cartone ma non è per bambini. A meno che non abbiate intenzione di spiegare moltissime cose, ci sono altri bellissimi film d'animazione. Questo guardatevelo da soli, perché è così esplicito, lascia così poco alla fantasia che le api e i fiori non sarebbero mai più menzionabili.


L'ultima parola - La vera storia di Donald Trumbo (Trumbo, 2015, USA, di Jay Roach) è basato sulla biografia del celebre sceneggiatore scritta da Bruce Alexander Cook. È candidato in una categoria:


    Tutti gli avvenimenti si svolgono in un periodo che non è tanto roseo per gli americani: il maccartismo, che è uno degli argomenti preferiti della mia professoressa di Storia del giornalismo. Durante questo periodo ci una vera a propria persecuzione dei comunisti e delle persone sospettate di essere tali. Era un'isteria di massa come quella della caccia alla strega e non risparmiava nessuno, i nomi nella lista nera andavano dai professori, alle figure di Hollywood. È una cosa che andò avanti abbastanza tempo da diventare ridicola e far perdere del tutto credibilità all'uomo a capo di questo periodo: Joseph McCarthy. Dalton Trumbo è un comunista che non nasconde di essere tale e non lo nasconde perché la considera una cosa buona: a sua figlia spiega che comunista è una persona che va a scuola con la sua cosa preferita ed è disposto a dividerla con il suo compagno senza pranzo. Per il suo schieramento politico Trumbo si fa un sacco di nemici e perde altrettanti amici, oltre a passare svariati mesi in carcere. Sarà costretto a firmare con un altro nome sia Vacanze Romane che La più grande corrida, guardando la cerimonia degli Oscar dal suo divano. Pare che nel corso della sua carriera abbia usato almeno 30 pseudonimi diversi. Personalmente credo che Bryan Craston sia il migliore attore protagonista di quest'edizione e lo dico con cuore spezzato per l'amore che provo per Eddie. È sempre stato capace, basti pensare al successo di Breaking Bad, però qui si è superato. Il suo non è un personaggio semplice, sta interpretando un grande di Hollywood che ha vissuto una vita difficile per difendere i propri ideali, uno sceneggiatore da due premi oscar che si è accontentato di scrivere film mediocri. È un personaggio che ha difeso i propri ideali sacrificando la libertà, poi ha sacrificato la propria famiglia per il proprio lavoro. Probabilmente è proprio l'essere stato combattivo ed un po' egoista ad aver fatto di lui il personaggio che è oggi, è un po' lo stesso discorso che ho fatto per Steve Jobs. Se Craston dovesse vincere, sarà bello pensare che Trumbo sta finalmente ritirando un'oscar. E si sarà guadagnato anche questo.

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